Un gruppo di culle-tintinnabula del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Le culle-tintinnabula, i cui primi rinvenimenti provengono da corredi di sepolture infantili di Rodi, hanno un’origine databile ai primi decenni del V sec. a.C. Prodotti fittili di piccole dimensioni presentano sulla parte superiore a rilievo una figura di bambino in posizione supina con le gambe ra...
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Format: | Article |
Language: | English |
Published: |
ACoSt - Association for Coroplastic Studies
2016-12-01
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Series: | Les Carnets de l’ACoSt |
Subjects: | |
Online Access: | https://journals.openedition.org/acost/922 |
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Summary: | Le culle-tintinnabula, i cui primi rinvenimenti provengono da corredi di sepolture infantili di Rodi, hanno un’origine databile ai primi decenni del V sec. a.C. Prodotti fittili di piccole dimensioni presentano sulla parte superiore a rilievo una figura di bambino in posizione supina con le gambe raccolte. In seguito questi oggetti trovano larga diffusione e diverse varianti iconografiche sempre in ambito greco1, e solo successivamente, in età ellenistica, nelle regioni dell’Italia centro-meridionale, probabilmente attraverso la mediazione di alcuni dei più rinomati centri apuli per la produzione coroplastica come Egnazia e Taranto, nei cui contesti tombali risultano presenti già dal IV sec. a.C. Vengono ora aggiunti maggiori dettagli al rilievo, quali il lenzuolo, il cappuccio o le fasce del bambino, mentre, talvolta, la figura non rappresenta più semplicemente un qualsiasi mortale fanciullo, ma prende le sembianze di un erote alato. |
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ISSN: | 2431-8574 |